Come accennato in un precedente articolo, in Specialisterne riteniamo che l’inclusione sia un processo basato sulla reciprocità.
Parte di questa reciprocità si concretizza nel supporto e nella consulenza offerti a tutte le parti coinvolte in questo processo: da un lato, le aziende e, di conseguenza, le persone che ne fanno parte e, dall’altro, le persone autistiche. In Specialisterne chiamiamo questo supporto “coaching”, e persegue i seguenti obiettivi:
- Fornire supporto ai responsabili delle risorse umane dall’inizio del processo di selezione fino all’assunzione. Questo accompagnamento è focalizzato all’adattamento dei processi interni attraverso linee guida in modo che la progettazione, l’implementazione e la gestione di questi processi sia il più corretta possibile date le caratteristiche e le esigenze delle persone nello spettro autistico.
- Offrire formazione e supporto alle persone responsabili e ai membri dei team. Conoscere le caratteristiche delle persone autistiche è di vitale importanza per evitare giudizi errati. Inoltre, la conoscenza delle strategie efficaci per ciascuna persona favorisce una maggiore soddisfazione nelle dinamiche di lavoro, sia individualmente che in gruppo. Questa premessa si applica sia alle persone neurotipiche che alle persone neurodivergenti. L’obiettivo finale è che il team disponga degli strumenti necessari a progettare un ambiente inclusivo e confortevole per tutti i suoi membri, nonché ad aiutare la persona autistica ad inserirsi al meglio in un contesto inizialmente sconosciuto.
- Garantire il funzionamento della rete di supporto interna creata dopo l’assunzione di persone nello spettro autistico. Questa rete di supporto è solitamente composta da persone delle risorse umane, il responsabile di ogni squadra, un mentore e un compagno. Si cerca così di stabilire e consolidare i supporti naturali per la persona neurodivergente all’interno di ogni azienda. In questo modo il coaching può essere ridotto e, nel caso in cui la rete funzioni con successo, potrebbe addirittura scomparire.
- Ultimo ma non meno importante, supportare le persone autistiche a riconoscere i loro punti di forza, migliorare i loro talenti e risolvere possibili sfide durante il periodo di adattamento, durante l’esecuzione dei compiti e durante il mantenimento delle loro funzioni a lungo termine. Per fare ciò, operiamo attraverso la metodologia SMART, che consiste nello stabilire nel tempo obiettivi specifici, misurabili, realizzabili, rilevanti e concreti. In breve, perseguiamo la crescita e il progresso professionale fintanto che la persona ne è interessata.
Il coaching viene svolto attraverso sessioni settimanali, quindicinali o mensili – a seconda delle necessità – per affrontare gli aspetti sopra citati. Sviluppa un ruolo attivo delle parti coinvolte. Consiste in un lavoro congiunto che si costruisce sulla base delle situazioni naturali, delle preoccupazioni delle persone, nonché della loro esperienza e maturità nell’ambiente di lavoro. In questo senso, è importante tenere a mente che stiamo lavorando con adulti che prendono decisioni. Pertanto, dal coaching vengono forniti suggerimenti all’azienda e alla persona neurodivergente, ma rimane ovviamente sempre la libertà di prendere decisioni personali.
Dalla nostra esperienza, è un supporto valutato positivamente da entrambe le parti. Anche se da Specialisterne sottolineiamo sempre che il nostro obiettivo finale è quello di uscire di scena e smettere di fornire questo tipo di supporto una volta raggiunta un’inclusione naturale e reale.
(di Ana Paños, responsabile progetti internazionali, Specialisterne España)