Per noi di Specialisterne, una parte essenziale del percorso di inserimento lavorativo delle persone nello spettro autistico risiede nella formazione dell’azienda.
Molto spesso si pensa che sia sufficiente formare la persona autistica fornendole gli strumenti tecnici e socio-lavorativi adeguati a svolgere una serie di compiti specifici – e a comprendere il funzionamento dell’ambiente aziendale – ma non è così. In Specialisterne pensiamo che l’inclusione sia un processo basato sulla reciprocità. Reciprocità nella comprensione della realtà, nelle modalità di socializzazione e comunicazione, nell’elaborazione sensoriale dell’altro.
Troppo spesso, infatti, l’inclusione lavorativa si riduce a un processo a senso unico nel quale lo sforzo maggiore viene richiesto solo alla persona autistica. Ma quando questa entra in un’azienda che non conosce la realtà delle neurodivergenze, e soprattutto che non è sensibile a questo movimento reciproco di comprensione dell’altro, rischia di andare incontro a problemi che possono creare difficoltà e portarla al burnout.
Preparare l’azienda, sensibilizzare il personale sulla diversità, sulla varietà di caratteristiche anche neurologiche espressa dal concetto di neurodiversità, comprendere il funzionamento neurodivergente e rapportarsi a esso come a una delle possibili espressioni della neurologia umana, è la base affinché il talento e le qualità delle persone autistiche possano emergere e fiorire liberamente, rappresentando un vantaggio reale per tutta l’azienda.
Questo ce lo dimostrano i tanti feedback che riceviamo, e che confermano come un approccio basato sulla reciprocità in cui si cerchi di andare gli uni incontro alle altre, sia il motore di un cambiamento positivo che si riflette non solo sulle persone autistiche ma su tutto il personale, incluso il management. Questo processo ci obbliga infatti a mettere in discussione procedure, strumenti di misurazione e modalità di comunicazione che abbiamo sempre dato per scontate, rendendoci tutte e tutti consapevoli di quanto un atteggiamento aperto e rispettoso verso le differenze sia un fattore di crescita non solo professionale ma anche personale e sociale.
La sensibilizzazione delle aziende in cui entreranno a lavorare le persone attraverso Specialisterne avviene su più livelli, in modo da essere il più capillare e approfondita possibile.
Il primo livello è quello che vede coinvolto l’intero personale dell’azienda cliente. In questo primo momento cerchiamo di trasmettere una conoscenza generale sia dell’autismo e delle sue caratteristiche essenziali, che del concetto di neurodiversità, così importante per allontanarsi da una visione basata sui deficit e abbracciare un’ottica che vede nelle differenze un potenziale, sempre nel rispetto delle caratteristiche della singola persona.
Si passa poi a incontri specifici con le persone responsabili delle risorse umane e con i recruiter. Sappiamo bene quanto le persone autistiche si scontrino spesso con delle barriere d’ingresso al mondo del lavoro poste proprio dalla standardizzazione dei processi di selezione, a partire dai colloqui, che sono sviluppati per funzionare (e anche qui si potrebbe discutere) con persone neurotipiche, cioè non autistiche.
Successivamente, lavoriamo insieme a manager e team leader. Cerciamo di fornire loro una chiave di lettura che permetta una gestione dei team che non pregiudichi le persone autistiche ma, anzi, riesca a mettere in luce e a sviluppare le loro abilità.
Infine, il percorso si conclude con il team, il gruppo di lavoro del quale entreranno a far parte le candidate e i candidati proposti da Specialisterne, perché il funzionamento fluido e rispettoso delle relazioni tra colleghi è di importanza vitale nella riuscita di un processo di inclusione reciproco e basato sulla convivenza tra persone dalle caratteristiche spesso diverse.
Questa parte del processo di inserimento lavorativo, cioè la formazione che vede impegnata l’azienda a ogni livello, diventa quindi un elemento fondamentale affinché ogni persona, a prescindere dal proprio funzionamento neurologico e dal ruolo che riveste, possa sentirsi parte di una comunità e con essa crescere, contribuendo attivamente alla creazione di un ambiente inclusivo, aperto e innovativo.
(di Fabrizio Acanfora, responsabile della comunicazione e relazioni esterne, Specialisterne Italia)