In occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, da Specialisterne abbiamo pensato che il modo più giusto di creare questa consapevolezza sia proprio attraverso il racconto di chi vive l’autismo in prima persona.
Per questo motivo, a partire da oggi e con cadenza settimanale per tutto il mese di aprile, pubblicheremo sul blog del nostro sito internet e sulle reti sociali le esperienze di alcune persone nello spettro autistico che hanno conseguito un lavoro e un’indipendenza economica in aziende che hanno deciso di creare percorsi virtuosi di convivenza e apprendimento reciproco tra persone differenti. Oggi, iniziamo con la testimonianza di Marco:
Viviamo in un periodo di forti cambiamenti lavorativi, un contesto socio-lavorativo che porta con sé il retaggio di un mutamento che in un certo senso doveva prima o poi avvenire.
L’avvento del lavoro agile, la prospettiva di un impiego svolto da remoto, hanno trasformato le aziende e il rapporto con tutti gli agenti interconnessi, fornendo così nuove opportunità e nuove sfide, sia per i dipendenti che per le aziende stesse.
La mia esperienza lavorativa di persona nello spettro autistico ha avuto, nel corso degli anni, momenti positivi e critici, e mi piacerebbe condividere alcuni avvenimenti, esempi e momenti lavorativi con voi.
Vorrei partire dalle difficoltà riscontrate nel trovare un impiego che si adattasse a certe caratteristiche comuni a molte persone autistiche.
Alcune di queste caratteristiche comprendono varie ipersensibilità sensoriali che interessano l’udito e/o la vista; altre comprendono la sfera delle interazioni sociali.
In particolare, mi è capitato in passato di lavorare in aziende in cui il carico sensoriale a volte diventava davvero eccessivo, dove non vi era attenzione per le differenti caratteristiche di ognuno. Sono stati impieghi che purtroppo hanno avuto una durata abbastanza limitata, in cui anche i tentativi di dialogo per cercare di mediare le condizioni lavorative non venivano accolti favorevolmente.
Un altro aspetto critico che ho incontrato durante la mia esperienza è stato forse il peggiore: in un’azienda dove sono stato assunto qualche tempo fa, ho trascorso quasi un anno a non fare nulla. Questo perché semplicemente venivo emarginato, e qualsiasi tentativo di dialogo con colleghi e manager non cambiava minimamente la situazione. Purtroppo ancora oggi è diffusa la consuetudine di assumere persone appartenenti alle categorie protette solo per obbligo legislativo e per nient’altro.
A mio modo di vedere le cose per alcune aziende, specialmente se appartenenti a contesti medio-piccoli, siamo davvero molto lontani dal concetto di inclusione. Rimaniamo incastrati in concetti burocratici di disabilità in cui la persona viene assunta come una risorsa statica solo per non incorrere in sanzioni, non esiste una vera volontà di comprendere e valorizzare le diverse abilità di ognuno; la realtà aziendale che ho potuto incontrare personalmente in alcune imprese non ha gli strumenti per valorizzare le differenze delle persone e comprendere che queste possano diventare uno strumento potentissimo per lo sviluppo di soluzioni creative.
Posso affermare che il mio vero percorso lavorativo sia iniziato con l’incontro di Specialisterne nel 2018.
Dopo essere stato selezionato per il corso di formazione e averlo superato, sono stato assunto in una grande azienda IT, in un team di persone capaci di accogliere le mie caratteristiche e in un ambiente Autism Friendly.
Attualmente, nel mio lavoro corrente, sono stati adottati degli accorgimenti soprattutto per la sfera socio-lavorativa, che mi hanno permesso di inserirmi in un contesto abbastanza dinamico di una grande multinazionale in modo graduale; Nello specifico, il mio referente in un primo periodo ha fatto da filtro con le altre persone presenti nel progetto, così da permettermi di interagire con i colleghi nei modi e nei tempi più adatti a me, fino a concedermi una totale autonomia lavorativa. Questo ha portato dei vantaggi significativi, inoltre ha ridotto notevolmente situazioni di ansia e stress derivati dall’impatto che alcune situazioni sociali possono provocare.
Uno degli aspetti fondamentali di Specialisterne è la presenza di un coach, una figura di riferimento che si occupa di fare da tramite tra me e l’azienda, di analizzare le abilità e i progressi per l’acquisizione di nuove skills, di formare me e le persone nell’azienda e nel team su eventuali tematiche che possano riguardare eventuali criticità che potrebbero sorgere.
Grazie a questi diversi anni di esperienza trascorsi con Specialisterne posso dire di sentirmi davvero realizzato e valorizzato in contesti aziendali grandi e dinamici, che arricchiscono la mia vita sociale e lavorativa.