Per chiunque sia in cerca di lavoro, prima o poi a arriva il momento del colloquio.
È un’esperienza che genera ansia e causa forte stress in chiunque, ma per una persona nello spettro autistico può risultare estremamente difficile da affrontare e spesso risultare particolarmente frustrante.
Questo perché normalmente i colloqui di lavoro sono strutturati in modo da valutare una serie di parametri che potrebbero funzionare (e nemmeno sempre) per le persone neurotipiche, ma perdono completamente di significato quando applicati a una candidata o a un candidato autistico, che percepisce ed elabora il mondo in modo differente, e interagisce con le persone seguendo codici che potrebbero non coincidere con quelli della maggioranza.
Al di là degli aspetti puramente sensoriali, come le luci spesso troppo forti, l’ambiente rumoroso, la presenza di profumi ambientali che potrebbero distrarre o addirittura mandare in sovraccarico sensoriale la persona autistica, esistono aspetti legati alla sfera sociale e alla comunicazione che è utile prendere in considerazione durante un colloquio.
Valutare negativamente uno stile comunicativo estremamente diretto e poco attento a norme sociali che noi diamo per scontate, o l’assenza di contatto oculare, può significare perdere una persona estremamente competente basandosi su parametri validi forse per la maggioranza, ma probabilmente non per una persona neurodivergente. Domande come “raccontami di te”, che già sono ambigue per una persona neurotipica, possono rappresentare uno scoglio per chi non condivide gli stessi codici comunicativi di colei o colui che conduce l’intervista. Basterebbe disambiguare la domanda chiedendo in modo diretto quello che si vuole sapere, e cioè: “riassumi le tue esperienze lavorative, raccontami quali sono le tue competenze”.
Condurre un colloquio di lavoro mantenendo sempre un atteggiamento di reciprocità, pensare che dall’altra parte potrebbe esserci una persona che non necessariamente condivide il nostro modo di interpretare il linguaggio verbale e i segnali non verbali, le norme sociali e gli stimoli ambientali, può essere di grandissimo aiuto per un candidato o una candidata autistici, ma può risultare vantaggioso anche per le persone neurotipiche, aiutando i candidati a ridurre l’ansia e massimizzare l’espressione delle proprie capacità e dei propri talenti.