REDE SPECIALISTERNE

Comunità Internacionale Specialisterne

Fondazione Specialisterne

Specialisterne Foundation è una fondazione senza fini di lucro con l’obiettivo di generare un’occupazione significativa per un milione di persone autistiche/neurodivergenti attraverso l’imprenditoria sociale, l’impegno nel settore aziendale e un cambiamento globale di mentalità.

FONDAZIONE SPECIALISTERNE

l
l

Inclusione, reciprocità, convivenza

Ott 6, 2022

Inclusione come processo basato sulla reciprocità; superamento del modello paternalistico di inclusione a favore di una reale convivenza delle differenze che compongono la nostra società; garanzia del diritto di autorappresentanza e autodeterminazione sul lavoro delle categorie marginalizzate.

Questi sono stati gli argomenti chiave dell’intervento che ho tenuto martedì per presentare il lavoro di Specialisterne durante la Dynamo Academy, che si è svolta all’interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile. Dynamo Academy è un’Impresa Sociale che nasce dai valori di Dynamo Camp, e da 15 anni supporta e accompagna giovani, manager, imprese e altre organizzazioni nel perseguimento del Bene Comune, dell’Innovazione Sociale e delle pratiche legate alla Sostenibilità.

In questo contesto è stato particolarmente importante il fatto che sia io che la relatrice che mi ha preceduto, Maria Grazia Zedda, Diversity Manager di HS2 e persona disabile, abbiamo sottolineato senza sosta l’importanza del modello sociale della disabilità. Si tratta di un modello applicabile anche alle neurodivergenze, che solleva la persona disabile e neurodivergente dal dover sopportare da sola il peso di un’inclusione troppo spesso verticale, in cui non ha voce.

La visione che troppo spesso accompagna la diversità, anche quella che riguarda i corpi, le menti e i sensi delle persone, tende a concepire tutto ciò che si discosta dalla media come inferiore, come qualcosa da riparare. Si immagina spesso che la disabilità sia un attributo della persona e si cerca di riparare ciò che viene percepito come un difetto, un deficit.

Il modello sociale, nato alla fine degli anni ’70 a opera di persone disabili – quindi proposto da chi vive determinate condizioni di esclusione in prima persona – ci spiega che una cosa sono le caratteristiche fisiche, psichiche o sensoriali della persona (che possono certamente essere problematiche, in alcuni casi), altro è il concetto di dis-abilità, che nasce invece nel momento in cui una persona con determinate caratteristiche si scontra con le barriere (siano esse fisiche, sensoriali, psicologiche, sociali ecc) che una società costruita intorno a un ideale di essere umano medio mette sul loro cammino.

Ed è proprio qui che si inserisce Specialisterne, nel cercare di rimuovere quelle barriere presenti in modo consistente nel mondo del lavoro, un mondo di processi e ambienti altamente standardizzati e quindi non sempre accessibili alle persone con caratteristiche che divergono dalla media, come le persone autistiche. Perché non è sufficiente formare una persona autistica e prepararla a entrare nel mondo aziendale se poi quel mondo, quell’ambiente non è in grado di comprendere il suo modo di essere, di valorizzarne le capacità.

Reciprocità del processo di inclusione verso un’idea di convivenza in cui le differenze siano fonte di ricchezza, reciprocità perché questo processo non può essere a senso unico ma deve essere biunivoco, bisogna andare gli uni verso le altre, provare a comprendere ciascuna il mondo dell’altro senza giudicare ma guardando ciò che non conosciamo come un’opportunità di arricchimento personale e professionale.

E in questo processo di reciproca convivenza anche in azienda è fondamentale l’ascolto. Mai dare per scontato di sapere di cosa una persona autistica possa avere bisogno allo stesso modo in cui non lo si darebbe per scontato per una persona neurotipica: perché noi autistici siamo tutti differenti, come chiunque altro. Non può esistere inclusione lavorativa senza un rapporto paritario nel quale a decidere i termini della propria inclusione siano anche e soprattutto le persone fino a quel momento escluse, messe da parte, non ascoltate.

Solo così l’inclusione potrà rappresentare un vero vantaggio per tutti: per la persona autistica, per l’azienda che arricchirà i propri team di talenti differenti, di visioni nuove, e per la società, perché una volta usciti dall’ufficio la ricchezza acquisita attraverso questa convivenza ce la porteremo con noi a casa, nella nostra vita, nel mondo.

(Fabrizio Acanfora, persona autistica, Responsabile della Comunicazione e delle Relazioni Esterne di Specialisterne Italia)