Spesso, quando si parla di sensorialità nello spettro autistico si generalizza descrivendola troppo o troppo poco funzionante. Questa idea nasce dalla difficoltà per una persona neurotipica di sperimentare il funzionamento sensoriale autistico, per cui nel tentativo di comprenderlo lo paragona all’unica modalità sensoriale che conosce per esperienza diretta: la propria, quella neurotipica.
Nella realtà però è sufficiente parlare con qualsiasi persona autistica per scoprire che la questione sensoriale non è riducibile a un “troppo” o “troppo poco”, ma dipende da una quantità di fattori che raramente vengono presi in considerazione, come lo stato emotivo o cognitivo della persona, la stanchezza o i livelli di ansia in uno specifico momento. Ciò che in una situazione di relativa tranquillità è percepito come sopportabile, ad esempio, può diventare fonte di sovraccarico in un momento di stress.
Le luci dirette, estremamente brillanti e fredde, possono causare difficoltà di lettura, nervosismo, scarsa concentrazione, mal di testa e nausea. Le luci al neon hanno un effetto particolarmente fastidioso perché molte persone autistiche riescono a percepirne le rapidissime fluttuazioni (normalmente impercettibili ai neurotipici). Lo stesso discorso vale per la luminosità degli schermi di computer, telefoni e tablet, che siamo costretti a fissare per ore e ore ogni giorno.
Oltre alle luci, vanno inoltre considerati anche i colori. Sono infatti moltissime le persone autistiche che raccontano come i colori particolarmente accesi (ad esempio il giallo o il rosa) o fluorescenti, soprattutto se in combinazione, possano creare difficoltà. Può risultare illeggibile, e quindi inaccessibile, una pagina internet con scritte giallo acceso su sfondo blu elettrico, solo per fare un esempio. Allo stesso modo alcuni pattern (come potrebbero essere sequenze di righe verticali o orizzontali) possono causare ansia, cefalee e sensazione di nausea.
Come già specificato nel post precedente sulla sensibilità uditiva, ogni essere umano è differente dall’altro, e questo ovviamente vale anche per le persone autistiche. È estremamente importante considerare questa soggettività nella progettazione di spazi o interventi volti ad adeguare l’ambiente lavorativo alle esigenze sensoriali dei lavoratori e delle lavoratrici autistiche, e non affidarsi a ricette generiche con l’illusione che possano valere per tutti.
E, come sempre, è fondamentale ricordare che ogni intervento di questo tipo avrà una ricaduta positiva non solo sulle persone nello spettro autistico, ma aumenterà il benessere di tutte le dipendenti e i dipendenti dell’azienda.